“Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali. Essendo così irriconoscibili, andavano in giro a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste necessarie per la stagione invernale. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero, però, che tra di loro vi era un impostore: era il diavolo in persona, che approfittando del suo reale volto diabolico si era inserito nel gruppo rimanendo riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.
Venne dunque chiamato il vescovo Nicolò, per esorcizzare l’inquietante presenza. Sconfitto il diavolo, tutti gli anni i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a depredare ma a portare doni o a “picchiare i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.” (wikipedia)
Q&A with Roberto Cenci
Photography is…
I think photography is a means of telling something. is like a pen for one scrittore. Photography is still and will be a more direct and strong communication
Photography and writing…
In my opinion a good design should impressive at first sight, but then must have a deeper meaning, message delivery to the public. Maybe today is over an old way of photographing, but not over the need to tell the life!
Who left the biggest impression on you?
As a photographer, the list is long, but I can say that Ansel Andams influenced me for his systematic approach to photography, Irving Penn for its elegance and Sebastião Salgado for his social commitment.
Roberto Cenci (website), 1978 Bad-Neuenahr (de). Photographer since 1990, based in Trieste (it). “I love to play with my personal vision of the world around us and every moment disappears.”