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Un giorno qualunque, sulla terrazza del Pincio a Roma

Roma

Italy.

Qualche anno fa uno storico dell’età antica, Giusto Traina, pubblicò un bel libro intitolato “428 dopo Cristo” scegliendo, per offrire un panorama del mondo romano della tarda antichità, di seguire la cronaca di un anno qualunque, in cui non era accaduto nulla di particolarmente drammatico, o memorabile, ma proprio per questo, adatto a fotografare con efficacia i fremiti profondi, le ansie e la precarietà, ma anche la normalità quotidiana di un periodo di transizione come l’età tardo-antica.

Anche il tramonto del 30 settembre 2020 era un momento qualsiasi, sulla terrazza del Pincio a Roma le persone erano intente a fare cose normali come salire le scale, ammirare il tramonto sulla città, baciarsi, ascoltare musica, anche i busti dei Padri della Patria erano al loro posto, non ostante i momenti particolari, traumatici che quest’anno così insolito aveva regalato a tutti.

Era il momento in cui dopo la paura del contagio, le regole ferree del lockdown, e il rilassamento estivo con la convinzione che il peggio fosse alle spalle, si ricominciava, negandola, ad avere la sensazione che niente fosse finito, l’angoscia sottile che non alle spalle ma di fronte ci fosse la recrudescenza del male, ci si aggrappava ad una normalità precaria, scaramantica, inutilmente.

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Pietro Coppa

Nato e vissuto a Roma, fotografo per antica passione.

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